Benedetta follia – L’ultimo film di Carlo Verdone

Benedetta follia – L’ultimo film di Carlo Verdone 

Oggi non voglio parlarvi solo dell’ultimo film di Carlo Verdone, Benedetta follia, ma anche della benedetta… maturità! 

Il Carlo nazionale, romano, classe 1950, in questa sua ultima opera (Benedetta follia è il suo 26esimo film da regista, attore e sceneggiatore), mi sembra sia uscito dal solito schema: maschio imbranato adulto con compagna giovanissima più o meno sciroccata. E questo secondo me è un bel segnale.

Altro che follia, un film su una ritrovata maturità!

Se guardiamo le date di nascita delle sue precedenti compagne di scena infatti, si fa presto a capire che in molti dei suoi film primeggiava uno schema: Claudia Gerini, classe 1971 in Viaggi di nozze; Paola Cortellesi, classe 1973 in Sotto una buona stella; Asia Argento, classe 1975 in Perdiamoci di vista, etc…

Il buon Verdone ci aveva abituato (ad eccezione dei suoi esordi, dove aveva compagne di scena quasi coetanee, come Eleonora Giorgi, Borotalco, Ornella Muti, Io e mia sorella e l’indimenticabile Magda (Irina Sanpiter) di Bianco, Rosso e Verdone) a differenze evidenti di età tra i due protagonisti, lui e lei. Quasi a voler documentare una debolezza, la famosa crisi di mezza età, che tocca uomini e donne nel mezzo del cammin… In questa sua ultima pellicola invece, le differenze di età non ci sono e se ci sono non sono parte della sceneggiatura, men che mai della trama amorosa principale. 

E per fortuna, visto che Carlo Verdone nel 2020 compirà 70 anni! Una maturità che torna ad un ruolo più sano, all’interno di un rapporto paterno, seppur impacciato e maldestro, lontano da tentazioni incestuose (a dispetto di quello che vorrebbe far credere la simpatica locandina). A dimostrarcelo la presenza della vera compagna di Verdone sul set di Benedetta Follia

Trama del film (no spoiler)

Il protagonista maschile, un uomo di mezza età, dopo tanti anni di matrimonio viene lasciato dalla moglie, che preferisce a lui una donna più giovane. Nel tentativo di riconquistare una dignità maschile, viene aiutato da una frizzante, dirompente e romanissima Ileana Pastorelli (che abbiamo già apprezzato in Lo chiamavano Jeeg Robot a fianco di Claudio Santamaria, ruolo per il quale ha vinto il David di Donatello), che nei film veste non solo i panni di una commessa, ma anche di consulente per faccende di cuore.

Senza svelare altri dettagli della trama, vorrei chiudere segnalando le belle immagini del finale, che anche grazie alla scelta del mezzo di trasporto (no, non la moto della locandina!) sono un vero e proprio omaggio alla Roma bella, che rimanda al sempre verde Vacanze romane di William Wyler, ma anche al capolavoro di Sorrentino.

Viva Roma e viva l’amore maturo!

Cristina

ps se andate a vederlo fateci sapere cosa ne pensate 🙂