Arrivare ai 60 in Movimento e con un Punto all’Orizzonte

Come vivere pienamente anche questa importante decade della nostra vita? Ce ne parla in questo articolo la coach Alessandra Bitelli.

Giulia ha 58 anni, ha realizzato molto nella sua vita sia dal punto di vista professionale che personale. Si potrebbe definire una persona felice. Eppure, mi racconta che il giorno che compì 30 anni si sentì triste, sentiva che la vita le stava sfuggendo di mano. Avvertiva una sensazione di impotenza di fronte all’impossibilità di fermare il tempo. Laureata, sposata con un figlio, le sembrava di non avere più molto a cui aspirare…

Mi racconta, che con il passare degli anni, però, ad ogni compleanno, si è detta quanto sciocca e ingenua fosse stata allora perché ogni anno che passava sentiva che avrebbe dovuto apprezzare quello che aveva in quel momento e per tutti gli anni che sono seguiti.

Ascoltando le donne (anche gli uomini) che si raccontano, sembra che il tempo che passa abbia il solo scopo di farci invecchiare.

Ma è davvero così?

In tutti i racconti, la riflessione che ne è emersa è che il divario da un anno all’altro non è dato dal tempo che passa ma dall’incidere della diversa percezione che ognuna ha di se stessa e della propria essenza dentro un corpo non più giovane. Basterebbe comprendere l’importanza di questa percezione e della forma che possiamo darle.

Non è facile perché la tentazione del confronto non solo con i più giovani, ma peggio, con noi stessi quando eravamo più giovani è forte, fortissima.

Così, con l’avvicinarsi anche dei miei 60 anni, ho compreso che ci sono due aspetti importanti nell’affrontare il passare del tempo

Il primo è la consapevolezza che il nostro corpo, quell’involucro che ci porta a spasso da ben più di mezzo secolo ha, inevitabilmente, esigenze diverse rispetto ai 40, 50 anni e che va assecondato nei ritmi e nelle richieste ma che è, anche, assolutamente doveroso mantenerlo in salute.

Non molto tempo fa un fisioterapista mi disse: il movimento è infinitamente più importante del cibo. Per tutti questi anni hai sempre dato importanza a quello che mangiavi (Vero! Per me il cibo è stato ed è ancora importantissimo), ora, sosteneva il fisioterapista, è vitale che ti muova il più possibile.

Con questo non significa che possiamo dimenticare una dieta sana o che dobbiamo ucciderci di sport ma che il movimento è imprescindibile e che se dobbiamo scegliere tra una passeggiata e un piatto in tavola dobbiamo prediligere la prima e poi dedicarci anche al nutrimento.

L’altro aspetto, forse il più importante ma anche il più difficile da attuare è che ci si sente “passati” quando non si ha un punto da mettere all’orizzonte, quando si ha la sensazione di non avere più nulla a cui ambire.

L’indicazione richiede questi due soli ingredienti

Ma cosa è quel punto all’orizzonte? Un obiettivo qualsiasi, uno scopo a cui ambire qualcosa a cui, magari, per tutta la vita, non si è potuto dedicare tempo ed energie. E quando lo si raggiunge se ne mette un altro perché i desideri non finiscono mai.

Alzi la mano chi a 20 anni, osservando una persona di 60 non l’abbia, almeno una volta, definita anziana, praticamente senza un futuro da costruire?

Poi, arrivi a 60 anni e se sei in salute e hai fissato quel punto all’orizzonte, al contrario senti che finalmente ti puoi affrancare dai condizionamenti esterni, puoi governare il tuo tempo perché hai imparato risparmiarlo sul superfluo.

Ho, da sempre, chiamato la menopausa il tempo del riscatto, quello della rivendicazione dei bisogni rimasti insoddisfatti nel corso della vita, quel momento in cui puoi dire: “ora posso affermarmi” che non significa avere successo in società ma avere successo rispetto a se stesse, rispetto a tutto ciò che si sarebbe voluto fare nella propria vita.

Ebbene, al compimento del 60esimo anno di età si può dire, senza dubbio, che ci si possa liberare da indugi, impedimenti, ostacoli e vincoli e spostare il focus su se stesse.

Se qualcuna l’ha fatto per tutta la vita meglio così, sa già come si fa e può continuare a farlo.

Così ci si può preparare ad arrivare ai 60 con piena consapevolezza di ciò che si vuole realizzare che può essere un orto, un corso di teatro o un viaggio, o qualsiasi altra cosa che gratifichi il proprio essere, la propria anima, perché, in fin dei conti, realizzare significa rendere reale qualcosa e per fare questo occorre convertire il desiderio in qualcosa che si possa raccontare nel dettaglio. Qualcosa che si possa narrare perché è stato vissuto. 

Come fare? Si può iniziare rispondendo a queste domande:

 

  • Cosa ho sempre voluto fare e non ho mai fatto per mille motivi e che oggi posso concedermi almeno di iniziare a immaginarlo possibile?
  • Cosa posso rivendicare insieme al diritto di vivere i miei 60 anni senza remore e pregiudizi sulle possibilità di realizzare quel desiderio?

 

Il trucco è non lasciarsi inibire da nessun ostacolo tra se stessi e quel punto all’orizzonte. Se un impedimento c’è si può trovare il modo di toglierlo o di aggirarlo.

Ancora un piccolo consiglio. Non c’è bisogno di avere 60 anni per immaginare quel punto all’orizzonte. Porsi questa domanda è un balsamo per l’anima anche per i ragazzi di 20 anni.

Avere un’aspirazione e pensarla possibile è linfa vitale a qualsiasi età.

Alessandra Bitelli
Trainer & Coach
www.coach4change.it

Foto di Mikhail Nilov da Pexels