Vivere nell’era post-COVID – Siamo capaci?

Vivere nell’era Post-Covid

Impazienza da una parte, ma anche smarrimento, incertezza e molti dubbi… Abbiamo tolto le mascherine (per ora solo all’aperto), ma dentro sentiamo ancora qualcosa che ci toglie il respiro: siamo pronti alla “normalità!”? 

Nonostante i numeri siano quelli di una pandemia, la maggior parte di noi non si è ammalata, neanche una linea di febbre, eppure ci sentiamo come se uscissimo da una lunga convalescenza. Torpore, incredulità, smarrimento… E ora che, tra i vaccini da una parte e l’attenuazione della carica virale dall’altra è tornata la Bella Stagione, ora che un po’ di sollievo si insinua tra di noi, generale, non sono in tanti a sentirsi pronti a ricominciare, a ripartire “come prima”. Le esperienze diverse di questo vissuto, hanno dei sintomi molto simili tra loro.

A ben guardare non sembrano così marcate

“le percezioni e i contraccolpi tra chi ha vissuto sulla propria pelle la malattia e chi è riuscito a evitare il contagio ma non certamente lo stress da pandemia: senso di stanchezza, annebbiamento mentale, voglia di ripartire ma anche e soprattutto paura e smarrimento.”

Ne parla così Anna Paola Lacatena, Sociologa e coordinatrice del Gruppo “Questioni di genere e legalità” della Società Italiana delle Tossicodipendenze (SITD) sul Quotidiano Sanità.

Ma li fuori è davvero di nuovo tutto “normale”?

La normalità – tra le parole più scritte degli ultimi 16 mesi – è arrivata: niente più mascherine all’aperto, numeri dei decessi prossimi allo zero, attività in ripresa (ristoranti, alberghi…), persino aria di vacanza. Ma proprio ora che tutto riparte, l’ansia, l’inquietudine, l’incertezza con la quale abbiamo imparato a fare i conti nell’ultimo periodo della nostra vita ci assalgono.

La stessa terminologia usata dai media, per comunicare la pandemia prendeva a prestito termini legati all’esperienza bellica: vittorie e sconfitte, con tanto di morti rimasti sul campo di battaglia. I più tornano a casa sani e salvi, ma provati da quello che abbiamo visto, in prima persona o attraverso le foto, rimaste indelebili nella nostra memoria. Ed è proprio il trauma post bellico quello che ci sta accomunando in questa altra fase. Come facciamo a ricominciare?

Vivere nell’era post-COVID – Ma da dove ripartire?

Come precisa sempre la sociologa Lacatena:

Quante mostre d’arte da recuperare o partite di pallone da giocare, quanto sport da praticare e viaggi da organizzare, quanti festeggiamenti da riscattare, quante persone da ritrovare, cene da consumare, incontri da calendarizzare e tanto altro ancora si contenderanno la nostra fisica presenza?“.

Se di normalità si tratta, tornare li, vuol dire tornarci cambiati. Inevitabilmente. Ce la faremo? Dipende da noi, singolarmente e collettivamente. Alle prese con la lezione che abbiamo imparato, fin troppo bene, che è quella solita di stampo darwiniano:

dura (ergo vive) solo quello che è capace di cambiare!

Come ha scritto Alessandro Baricco nell’articolo “Cinque anni in uno

“A differenza di molti altri, trovo che l’idea di ricominciare da dove c’eravamo interrotti non sia affatto così attraente; spesso mi sembra, semplicemente, impraticabile; talvolta, scema.”

(…)

“Tutto quello che ricominciamo sembra vecchio, è meno di quello che istintivamente mi aspetto, è in ritardo sui miei desideri.”

 

Forse allora, dobbiamo cominciare ad imparare ad essere i titolari della nostra vita”, come nella bella espressione della sociologa Anna Paola Lacatena.

 

Fonte notizia: Quotidiano Sanità

Articolo Il Post “Cinque anni in uno” di Alessandro Baricco

 

Credits immagine

 

 

Katia

 

Take Home Message – Vivere nell’era post-COVID
Impazienza da una parte, ma anche smarrimento, incertezza e molti dubbi. Abbiamo tolto le mascherine (per ora solo all’aperto), ma dentro sentiamo ancora qualcosa che ci toglie il respiro: Siamo pronti alla “normalità!”?