Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf. Una lettura ideale per oggi, Giornata contro la violenza sulle donne
«Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi.»
Una stanza tutta per sé (A Room of One’s Own) è un saggio della celebre autrice inglese Virginia Woolf, pubblicato per la prima volta il 24 ottobre 1929, quando aveva 47 anni. Si tratta dei discorsi tenuti dalla Woolf durante due conferenze presso college femminili nell’ottobre del 1928 – quasi 90 anni fa quindi – poi ampliati e divenuti libro.
Confesso di averlo letto tardi: avevo superato i miei primi 40 anni. Ma confesso anche che negli ultimi 10 anni l’ho letto e riletto diverse volte. Per recuperare, o forse per farmi perdonare.
Di recente ho “letto” la versione audiolibro. Imperdibile, grazie alla voce – e la bravura – di Manuela Mandracchia.
Perché ne parliamo?
Perché senza dubbio in una ipotetica classifica di libri che una donna dovrebbe leggere, questo è nella Top Ten. Il concetto di “stanza” è legato allo spazio per le donne, uno spazio che è sempre stato spazio da conquistare e che nel corso di questi ultimi 90 anni hanno conquistato eccome. Ma non solo.
La stanza tutta per sé (con una serratura alla porta, precisa la Woolf, più avanti nel libro) è una grande metafora. Sembra riferirsi al luogo, in senso lato, dove la donna riconquista tutto ciò che le è stato negato: dal diritto alla salute, al voto, allo studio, alla cultura. Dal tempo, compreso quello libero, da dedicare a se stessa. Alla libertà, spesso negata. Per costruire, decennio dopo decennio, battaglia dopo battaglia, una concezione del sé guidata da quel senso di autosufficienza e consapevolezza, che ha caratterizzato passaggi chiave del secolo scorso e che si sta concretizzando in modo palese in questo XXI secolo.
Spazio, soldi e tempo
Se vuole scrivere dei romanzi una donna deve avere del denaro e una stanza tutta per se. Ma non si tratta solo di soldi e di spazio. È anche una questione di tempo, e l è anche oggi. “Le donne non hanno mai una mezz’ora di tempo… che possono considerare propria”.
Oggi le cose sono indubbiamente cambiate. Se prima non c’era “alcun segno sul muro per indicare l’altezza esatta delle donne” oggi, a distanza di quasi un secolo da questo memorabile saggio, non è più cosi. Le donne, il loro tempo, così come gli spazi e le “stanze”, se le stanno riprendendo tutte, con forza e determinazione.
Il tempo per… un libro, per gli amici, per il cinema o il teatro. Ma anche il tempo per prenotare la visita medica, per fare le analisi del sangue periodiche, è diventato significativo tempo per sé.
Siamo sulla strada giusta, non ci resta che augurarvi buona lettura (o rilettura) e buona giornata contro la violenza di genere!
Cristina
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