Vivi la vita senza pensare al futuro? Ahi ahi ahi… Uno studio scientifico ha dimostrato che fare progetti, darsi degli obiettivi, avere uno scopo aiuta anche la salute, oltre a rendere la vita (e questo lo aggiungiamo noi) decisamente più bella!
Ti piace fare progetti per il futuro?
Ad un ipotetico test cosa risponderesti a domande come “Mi piace fare progetti per il futuro e lavorare per renderli realtà”… “Le mie attività quotidiane mi sembrano spesso banali”… “Vivo la vita giorno per giorno e non penso al futuro”.
Se a questo ipotetico test, otterrai un punteggio alto, vorrà dire non solo che organizzi la tua giornata avendo uno scopo nella vita (o più di uno), ma anche di avere una minore probabilità di andare incontro a malattie. Anche gravi.
I benefici sulla salute derivanti da un approccio proattivo
A dimostrare tutto ciò un recente studio, che ha messo in evidenza quanto sia importante questo aspetto della vita di ciascuno di noi. Soprattutto una volta superata la mezza età. Non è il primo esperimento a dimostrare studi che il non avere scopi nella vita si associa più facilmente a più elevati livelli di marcatori infiammatori e ormoni dello stress.
Il risultato di questa interessante ricerca è arrivato dopo un lavoro durato 10 anni, coordinato da Leigh Pearce, dell’University of Michigan School of Public Health (Ricerca) poi pubblicata da JAMA Network Open.
Sono stati osservati settemila over 50 e si è concluso che da un approccio proattivo, dinamico, progettuale nei confronti della vita, ne ricavavano beneficio non solo la qualità della vita stessa di tutti i giorni, ma anche l’apparato cardiocircolatorio e digerente.
Relazioni, gentilezza, comunità, spiritualità…
Sono tutte cose che possono alimentare gli scopi della vita di una persona. E noi di MenopausaPiù, siamo le prime ad esserne convinte.
Le persone della terza età che pensano di avere ancora uno scopo nella vita presentano una minore probabilità di morire per malattie cardiache, patologie circolatorie e digestive e maggiori probabilità di vivere più a lungo: i partecipanti alla ricerca, che avevano ottenuto punteggi più bassi, avevano 2,66 volte in più di probabilità di morire per problemi cardiaci e circolatori, rispetto ai partecipanti con i punteggi più elevati. Non solo: le persone con i punteggi più bassi avevano anche il doppio delle probabilità di morire di problemi a livello dell’apparato digerente.
Ti abbiamo convinta? E allora dicci, come organizzerai la tua giornata oggi?
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Fonte: JAMA Network Open Linda Carroll (Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
Cristina